FONTE AVELLANA: LA RIVOLUZIONARIA ESPERIENZA DEL LAVORO CONTADINO

Notizie
26 settembre 2011

Legacoop Marche presenta il 29 settembre, a Palazzo Raffaello di Ancona,

lo studio di Manlio Brunetti sulla gestione rurale in cooperativa dei monaci avellaniti

insieme all’autore e al governatore delle Marche, Gian Mario Spacca

 

Ancona, 26 settembre 2011 – “Racconteremo la rivoluzionaria concezione del lavoro agricolo alla quale i monaci avellaniti ispirarono, e secondo la quale organizzarono e gestirono in azienda cooperativa tecnicamente avanzata a tutto profitto dei contadini, 3.700 ettari del loro patrimonio terriero dall’XI al XIV secolo dell’era volgare”. Sono le parole del professor Manlio Brunetti, autore de’ “La gestione rurale nell’esperienza di Fonte Avellana”, a spiegare cosa fecero i monaci di quell’Eremo e la comunità che faceva loro riferimento per lo sviluppo dell’agricoltura marchigiana già nel Medioevo. Un’esperienza descritta in una pubblicazione edita da Inea-Istituto nazionale di economia agraria, in collaborazione con Regione Marche, Collegium Scritporium Fontis Avellanae, Osservatorio Foreste, ministero delle Politiche agricole e forestali, che sarà presentata da Legacoop Marche giovedì 29 settembre, alle ore 9.30, nella Sala Raffaello di Palazzo Raffaello ad Ancona. Al seminario “Cooperazione tra etica ed economia”, sostenuto dal Bando Psr Misura 1.1.1.b del settore agricolo e forestale,  interverranno l’autore, che consegnerà una copia del suo libro ad ogni partecipante, Teodoro Bolognini di Legacoop Marche e Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche. Il volume, infatti, rappresenta il primo prodotto di approfondimento della convenzione di ricerca fra Inea e Collegium Scriptorium, realizzato con il contributo della stessa Regione. Questa storia, spiega Brunetti nell’introduzione al suo studio, “riguarda l’eremo di S.Croce in Fonte Avellana e gli affittuari delle colline e delle valli del medio e basso corso del Cesano nella regione Marche, ossia del comprensorio dentro il quale insidevano, allora, S. Maria del Piano nel Corinaldese e Frattula, i numerosi castelli rurali che oggi formano i Comuni di Monterado, Castel Colonna, Scapezzano e Roncitelli”. Per Brunetti, quello condotto dai monaci di Fonte Avellana nelle comunità contadine di Madonna del Piano e Frattula fu “un esperimento di cristianesimo sociale o di signoria dei poveri”. Un esperimento, come scrive il presidente della Regione, Gian Mario Spacca, nella prefazione al libro, che fa “emergere i tratti distintivi di un modello esemplare di organizzazione produttiva legata alla promozione umana dei soggetti coinvolti attraverso la gestione cooperativa”. Secondo Spacca, quello di Brunetti è un contributo che attinge “alla linfa vitale delle nostre solide radici, quelle su cui è cresciuto quel ‘modello marchigiano’, frutto di una felice combinazione di intraprendenza, laboriosità e coesione sociale che ha prodotto quel diffuso benessere che va salvaguardato a tutti i costi”. Il lavoro di Brunetti, aggiunge Teodoro Bolognini di Legacoop Marche, “ci ricorda come la dignità del lavoro agricolo, allora come oggi, debba essere la fondamentale base dello sviluppo rurale, quello sviluppo che è anche asse prioritario della Politica agricola comune e, quindi, del futuro di tutta l’agricoltura, anche quella marchigiana”. Un’esperienza, perciò, che, sottolinea Bolognini, “dal passato ci invia un messaggio di grande attualità, che è quello legato all’importanza del lavoro agricolo, sia come strumento di produttività e di competitività di un territorio, organizzato in forma cooperativa, ma anche, e soprattutto, come strumento di tutela e di mantenimento dello stesso territorio, un bene primario di valore inestimabile per tutta la comunità”.




  Categoria:
Notizie