“Pacchetto qualità”, ok dal Parlamento Ue: importanti novità, ma anche alcune lacune che lasciano la cooperazione soddisfatta a metà. Più attenzione ai prodotti italiani di qualità.

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18 settembre 2012

Roma, 18 settembre 2012 - Lo scorso 12 settembre, il nuovo regolamento sui marchi di qualità dei prodotti agricoli, facente parte del cosiddetto “Pacchetto qualità” è stato approvato dal Parlamento europeo sancendo così l’accordo già raggiunto a livello informale il 20 giugno da Commissione, Parlamento e Consiglio dei Ministri. L’iter del provvedimento appare ora senza più ulteriori ostacoli e procederà con l’adozione finale, con il voto del Consiglio, entro la fine del 2012. I contenuti della nuova regolamentazione inerenti le denominazioni di origine (DOP, IGP, STG), il cui fatturato totale è stimato in 15.000 milioni di euro, circa il 2,5% della spesa per consumi alimentari nell'Unione europea, andranno sostanzialmente a sostituire l’attuale regolamentazione. Per il mondo della Cooperazione, come per l’agricoltura italiana in genere, l'approvazione da parte del parlamento europeo del più importante provvedimento incluso nel "pacchetto qualità", è una notizia complessivamente positiva, soprattutto considerando che, sul fronte delle produzioni di qualità regolamentata, si è partiti da un testo molto controverso e con l’Italia in netta minoranza su molte posizioni. L’intesa finale è passata infatti senza il sostegno dell’Italia, a causa dell’esclusione della estensione ad altri prodotti DOP (esempio i prosciutti stagionati) della facoltà di realizzare la programmazione produttiva, già approvata nei mesi scorsi per il settore dei formaggi all'interno del “pacchetto latte”, e nonostante l’iniziativa fossa stata fatta propria dal Parlamento Europeo. Tale misura di regolamentazione dei volumi produttivi riteniamo sia di grande importanza, per dare maggiori tutele ai nostri prodotti di qualità, soprattutto in tempi di crisi, siccità e inasprimento della concorrenza internazionale. Rimane comunque una questione aperta che potrà essere affrontata nuovamente nell'ambito dei negoziati in corso per la riforma della PAC. Offrire ai Consorzi la possibilità di gestire i volumi di produzione è un prerequisito indispensabile per assicurare uno sviluppo equilibrato del mercato e preservare l’autenticità e la qualità delle DOP e IGP. Pertanto, Legacoop Agroalimentare non può che sollecitare un ulteriore impegno da parte del governo italiano affinché questo importante provvedimento venga inserito in particolare nella proposta di regolamento sulla OCM unica, quale contenitore normativo più idoneo ad accogliere tali disposizioni. Tra i nodi da sciogliere, resta ancora non affrontato il tema degli “Schemi di Assicurazione Qualità”.  Dopo la pubblicazione del documento generale nel 2011, è necessario comprendere come tale importante e delicato argomento, che coinvolge  una parte del mercato già molto presidiata da marchi pubblici e privati, possa essere inserito nella Politica comunitaria e se questo potrà comportare aiuti importanti per i produttori più virtuosi che stanno facendo grandi sforzi per restare parte attiva nel mercato della moderna distribuzione e dell’agro-industria.  Legacoop Agroalimentare, anche in stretta collaborazione con i colleghi francesi e spagnoli di Coop de France e Cooperativas Agroalimentarias, nella organizzazione COPA COGECA, continua il suo presidio sul “pacchetto qualità” per seguirne le prossime evoluzioni affinchè si mantenga elevata l’attenzione sulle produzioni italiane di qualità. Beppe Ramina - Ufficio stampa-HominaPdc   


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