Recovery Plan: Alleanza Cooperative pesca, economia del mare strategica per il rilancio del Paese Innovazione, sostenibilità e nuova forza lavoro i pilastri per lo sviluppo
Pesca e acquacoltura
Comunicato stampa
Recovery Plan: Alleanza Cooperative pesca, economia
del mare strategica per il rilancio del Paese
Innovazione, sostenibilità e nuova forza lavoro i
pilastri per lo sviluppo
(Roma, 27 gennaio 2021)
Motori a basso impatto ambientale e imbarcazioni più sicure, rilancio del
pescaturismo e dell'ittiturismo, incentivare i consumi ittici e l'export, dare
più spazio a giovani e donne, ma anche meno rifiuti e più economia circolare grazie
a infrastrutture più moderne. È quanto ha chiesto l'Alleanza Cooperative pesca
nel corso dell'audizione informale presso la commissione agricoltura della
Camera dei deputati sul piano nazionale di ripresa e resilienza. "Il
Mediterraneo favorisce lo sviluppo di un fatturato annuo dei settori legati al
mare di 386 miliardi, con 205 milioni di valore aggiunto lordo e circa 4,8
milioni di posti di lavoro. È importante, dunque, coltivare questo potenziale,
creando un'occupazione sostenibile e che aiuti a mantenere e accrescere le
risorse marine. Per far questo occorre credere e investire nel settore
prevedendo interventi in tutte le aree di interesse del piano nazionale di
ripresa e resilienza, perche' l'economia del mare e' strategica per il rilancio
del Paese". Sul fronte della digitalizzazione, innovazione,
competitività, a causa della forte crisi che lo investe, il settore non ha
dato risposte adeguate in termini di efficientamento energetico, risparmio
energetico e bassa impronta ecologica. "Occorre promuovere, afferma l'Alleanza,
la trasformazione dei propulsori utilizzati dalle imbarcazioni impiegate nel
settore della pesca e dell'acquacoltura verso forme alternative all'insegna
della riduzione delle emissioni, senza alterare i livelli di abilità di cattura
o capacità di pesca". Anche sul turismo, tra le priorità del piano,
il settore può giocare un ruolo strategico visto che il 51% della capacità
ricettiva degli alberghi in tutta Europa e' concentrata nelle regioni costiere.
"In questa ottica e' fondamentale promuovere e incentivare le attività di
ospitalità, ricreative, didattiche, culturali e di servizi, finalizzate alla
corretta fruizione degli ecosistemi acquatici e delle risorse della pesca e
alla valorizzazione degli aspetti socioculturali delle imprese ittiche,
rilanciando così le figure della pescaturismo e dell'ittiturismo", spiega
l'Alleanza. Per incentivare i consumi di prodotti ittici nazionali, per
l'Alleanza e' bene puntare su accordi di filiera, organizzazioni dei produttori
e piani di comunicazione destinati ai consumatori ma anche attraverso la
promozione di dinamiche nuove di distribuzione e commercializzazione ed il
rafforzamento e la modernizzazione del sistema dei mercati ittici all'ingrosso.
"Sì, quindi, ad una piattaforma avanzata capace di mettere in relazione
produzione e domanda. Va rafforzato il dialogo mediterraneo nelle sedi
multilaterali, sostenere e rilanciare i processi di internazionalizzazione
delle imprese, sia per l'identificazione di nuovi mercati di sbocco per le
esportazioni sia per il decollo di partnership con altri Stati membri e con i
Paesi terzi del Mediterraneo, nella prospettiva di una gestione condivisa delle
risorse, in modo tale che l'onere di preservare le risorse biologiche non
ricada solo sulle spalle dei pescatori europei", sottolinea l'Alleanza. Sul
tema delle Infrastrutture per una mobilità sostenibile, il settore
chiede un censimento delle infrastrutture portuali, comprese le imbarcazioni da
pesca, per fotografare la situazione e programmare interventi di ammodernamento
in termini funzionali, per garantire l'entrata e l'uscita dai porti in
condizioni di sicurezza, di apparecchiature e di mezzi in modo da accrescere la
sicurezza degli equipaggi, ma anche architettonici proprio in virtù del valore
culturale dei porti di pesca. E poi c'e' la questione dei rifiuti. "È
importante, evidenzia l'Alleanza, dotare i porti di isole ecologiche sia per lo
smaltimento dei rifiuti non differenziabili, sia per favorire meccanismi
virtuosi di economia circolare come il recupero di scarti, olii esausti,
materiale da smaltire, riciclo di cassette, gestione del prodotto interessato
dalle taglie minime". Un nodo cruciale e' quello della ricerca. Per
questo l'Alleanza chiede di creare un centro di ricerca nazionale forte ed
autorevole sul piano internazionale che accompagni la politica italiana della
pesca nelle sue decisioni. E proprio la ricerca diventa strategica anche per
l'acquacoltura "per la quale bisogna favorire studi per la riproduzione di
specie fortemente sfruttate e nuove specie per le quali attualmente non e'
possibile effettuare il ciclo di vita completo in cattività e per incentivare
le produzioni biologiche", ricorda l'Alleanza. E per dare un futuro al settore,
evidenzia l'Alleanza, occorre garantire un ricambio generazionale,
incentivando l'apprendistato, la formazione continua, politiche attive del
lavoro e dando luce ad una riforma dei titoli professionali, anche per
consentire un'iniezione di nuova forza lavoro. Ma anche rafforzando e
valorizzando il ruolo delle donne nella filiera ittica come soggetti promotori
di nuova imprenditorialità, visto che, ad oggi, nel settore ittico due imprese
su dieci sono guidate da imprenditrici.