Pesca: Alleanza Cooperative, riduzione delle giornate di pesca non serve a tutelare risorse
Pesca e acquacolturaLa cooperazione rilancia la richiesta di un ministero del mare e di una nuova politica della pesca. Si pesca oramai pochi mesi all'anno ma tasse e contributi si pagano per 365 giorni
Pesca: Alleanza
Cooperative, riduzione delle giornate di pesca non serve a tutelare
risorse
La cooperazione rilancia
la richiesta di un ministero del mare e di una nuova politica della pesca. Si
pesca oramai pochi mesi all'anno ma tasse e contributi si pagano per 365
giorni
(Roma, 11 febbraio 2021) La salvaguardia
delle risorse ittiche non passa da una progressiva e costante riduzione delle
giornate di pesca. "Occorre rivedere il meccanismo alla base delle politiche
europee di gestione della pesca tutto orientato a comprimere l'attività degli
operatori, senza dati scientifici aggiornati che dimostrino come pescare meno
consenta di tutelare di più la fauna marina. Si pesca oramai pochi mesi
all'anno ma tasse e contributi si pagano per 365 giorni". È quanto afferma
l'Alleanza delle Cooperative pesca in merito alla pubblicazione del decreto
nazionale che fissa un aumento delle giornate di fermo della pesca a strascico
nel 2021 rispetto allo scorso anno. Un provvedimento, sottolinea la
cooperazione, che doveva essere maggiormente condiviso con le associazioni del
settore e che necessita di ulteriori quanto rapidi approfondimenti. Il decreto,
spiega l'Alleanza, e' frutto di precise indicazioni comunitarie, le stesse che
combattiamo da anni e che hanno portato alle proteste del dicembre scorso in
compagnia di Francia, Spagna e Croazia. "Il malessere delle marinerie e' ai
livelli massimi; le cooperative, le imprese, i lavoratori, già provati
duramente dagli effetti della pandemia, si trovano a far i conti con nuovi
ostacoli, spesso incomprensibili, e minor possibilità di lavorare. Negli ultimi
mesi ci siamo impegnati affinche' almeno in parte si evitasse il peggio. Questo
e' ciò che accaduto per il Tirreno, dove le misure di riduzione della pesca sono
state attenuate. Resta eccessiva, al limite dell'insostenibilità, in Adriatico,
Ionio e Canale di Sicilia. Ma difronte a scelte europee miopi non ci sono molti
margini di manovra. Occorre rapidamente cambiare rotta, mettendo in campo
metodi differenti di gestione della pesca", afferma l'Alleanza nell'indicare la
strada da seguire per il cambiamento anche alla luce del nuovo governo che si
sta formando. "Per far contare di più la pesca in Europa sarebbe strategico
avere un ministero del mare in grado di far convergere tutti gli attori della
blue economy. E poi puntare al rafforzamento della ricerca scientifica, sociale
ed economica così da offrire modelli efficaci per una pesca sostenibile da un
punto di vista ambientale e sociale", conclude l'Alleanza.