AGRICOLTURA, SALSI (ALLEANZA COOPERATIVE), «BENE MINISTRO PATUANELLI SU ERRORE DELLA UE IN TEMA DI EMISSIONI» "La nuova proposta di Direttiva Ue è un aggravio di burocrazia per gli imprenditori e fa aumentare ulteriormente i costi di produzione. Sono a rischio migliaia di allevamenti italiani"

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6 aprile 2022

Roma, 6 aprile 2022 – "Pieno sostegno e condivisione alla posizione espressa oggi dal Ministro Patuanelli: l'Europa non può intervenire per appesantire con ulteriori oneri agli allevatori, specie in questo contesto economico geopolitico in cui il settore zootecnico e' alle prese con l'attuale crisi energetica, l'aumento dei costi di produzione e il problema dell'approvvigionamento delle materie prime per la mangimistica generato dal conflitto russo-ucraino". Così il Coordinatore del settore zootecnico di Alleanza delle Cooperative Graziano Salsi commenta le perplessità espresse dal Ministro sulla revisione della Direttiva 201/75/UE sulle emissioni, che interessa anche il settore agricolo ed agroindustriale.

 "Con la revisione della direttiva – spiega Salsi - vengono messi a rischio migliaia di allevamenti italiani. Estendere il sistema di certificazione sulle emissioni agli allevamenti di suini e del pollame con più di 150 capi, oggi previsto per quelle realtà produttive con più di 2000 suini e più di 40.000 polli, e aggiungere nel suo ambito di applicazione le produzioni bovine prima escluse, rischiano di compromettere la capacità di approvvigionamento nazionale del paese che risulta già deficitario per quanto riguarda la produzione di latte e carne bovina. Ciò significherebbe aggravare la burocrazia per gli imprenditori e far aumentare ulteriormente i costi di produzione, col rischio di portare al collasso il settore e alla chiusura degli allevamenti.

"Siamo in una situazione - continua Salsi - nella quale da un lato ci si interroga su come assicurare ai cittadini europei la sicurezza alimentare messa in potenziale pericolo dalle conseguenze del conflitto Russo-Ucraino e dall'altro si rischia di emanare norme ulteriormente restrittive su una realtà produttiva già di elevatissima qualità che opera con rispetto ambientale, soprattutto se pensiamo ad esempio alle straordinarie DOP del prosciutto di Parma e del Parmigiano Reggiano".

"Si tratta di allevamenti - continua Salsi - di dimensioni tali che normalmente sono in equilibrio con i fattori della produzione, a partire dai terreni nei quali gestire i reflui zootecnici. Sarebbe pertanto un errore aggravare con ulteriori pratiche burocratiche imprenditori poco più che a gestione famigliare già presi dalle attività ordinarie di gestione".




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