ETICHETTA VINO, ALLEANZA COOPERATIVE: "LA LEGGE IRLANDESE LEDE I PRINICIPI DEL MERCATO UNICO, SCELTA UE CI LASCIA SCONCERTATI"
NotizieRoma, 12 gennaio 2022 - "La scelta della Commissione di mandare avanti il progetto di legge irlandese sugli health warnings ci lascia davvero sconcertati. Con questa azione l'Irlanda e' andata a ledere e a mettere in discussione i principi del mercato unico, nel cui perimetro e' disciplinato il settore vitivinicolo e che dovrebbe garantire, tramite l'Organizzazione Comune di Mercato, un'applicazione per l'appunto "comune", dei principi e delle regole europee in tutti gli Stati membri". Con queste parole il Coordinatore Vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari Luca Rigotti commenta la notizia della mancata opposizione da parte della Commissione Ue al progetto di legge irlandese sull'etichettatura delle bevande alcoliche che prevede la presenza in etichetta di messaggi allarmistici sugli effetti dei prodotti alcolici sulla salute umana.
"Questa, a mio avviso - prosegue Rigotti -
e' la prima e definitiva argomentazione contro la decisione della Commissione di
avallare il progetto di legge irlandese, come peraltro le istituzioni italiane,
insieme a quelle di altri 8 Stati membri, avevano già avuto modo di manifestare
alla Commissione con i propri pareri circostanziati, inviati nei mesi scorsi.
L'iniziativa dell'Irlanda rappresenta un precedente davvero pericoloso per il
mercato unico dell'UE".
"Non meno grave - conclude il Coordinatore
Vino di Alleanza cooperative - e' il contenuto della regolamentazione che
l'Irlanda andrà ad implementare: in sostanza il vino, un prodotto agricolo
dalla tradizione millenaria, che non e' mai mancato sulle tavole dei Paesi
mediterranei, viene caratterizzato come un prodotto nocivo alla salute alla
stregua del tabacco, senza alcuna distinzione in relazione alle quantità e alle
modalità di consumo. E' esattamente l'approccio contro il quale ci eravamo
battuti, come organizzazione e come Paese, nella redazione del Piano europeo di
lotta contro il cancro, e che invece la Commissione ha lasciato, in maniera
arbitraria, prevalere: un approccio ideologico e mistificatorio che non pone
alcuna differenza tra abuso e consumo consapevole".