LEGACOOP AGROALIMENTARE - OSTRICA UNA PRODUZIONE DA VALORIZZARE - A LA SPEZIA L'ITALIAN OYSTER FEST
Pesca e acquacolturaA La Spezia (Calata Paita 6-8 ottobre) si tiene l'Italian Oyster Fest, il primo festival dedicato all'ostrica italiana. Ammonta a 500 tonnellate la produzione nel Belpaese
Cristian Maretti (presidente di Legacoop Agroalimentare) "Deve essere rilanciata e
valorizzata la produzione italiana. Per la qualità e per la sostenibilità nel
trattenere Co2 durante la produzione"
C'e' la rosa di Scardovari, la verde del Golfo dei Poeti, la bianca
del Gargano, quella d'oro e quella nera di Goro. Sono le ostriche italiane, che
assumono pigmentazioni diverse a seconda del luogo, del terroir marino, dove
vengono allevate e che le rende uniche. Diverse "sfumature" che faranno parte
di un unico quadro: l'Italian Oyster Fest ovvero il primo festival
dedicato all'ostrica italiana che si terrà La Spezia, calata Paita, da domani,
venerdì 6, a domenica 8 ottobre e organizzato da Legacoop Liguria in
collaborazione con Camera di Commercio Riviere di Liguria, Autorità di Sistema
Portuale del Mar Ligure Orientale e cooperativa Mitilicoltori spezzini.
L'evento gode anche del patrocinio del Ministero dell'Agricoltura, della
sovranità alimentare e delle foreste, oltre che di Regione Liguria e Comune
della Spezia.
"Nell'immaginario collettivo l'ostrica e' associata al lusso, alla
Francia dove si lega allo Champagne. L'Italia però ha un'antica tradizione di
produzione e consumo come piatto popolare. Non e' e non deve essere un prodotto
di lusso. E per questo e' importante il rilancio dell'ostrica italiana. Con le
sue caratteristiche di unicità e per le sue peculiarità che ne fanno un
prodotto sostenibile e alleato dell'ambiente grazie al consumo di Co2 durante
le fasi di vita", spiega Cristian Maretti presidente di Legacoop
Agroalimentare. "L'Italian Oyster Fest e' l'occasione per far conoscere un
fiore all'occhiello del made in Italy agroalimentare che deve essere
valorizzato anche con interventi politici per la riduzione dell'Iva. Questo
consentirebbe di venderlo ad un prezzo più basso. L'ostrica non deve essere
relegata a prodotto di lusso in quanto da noi e' frutto del lavoro e della
sapienza di secoli delle nostre marinerie", sottolinea Maretti.
Quella della coltivazione delle ostriche infatti ha una storia che
parte da lontano, già dal tempo dei Romani. Nel 79 d.C. Plinio il Vecchio parla
di allevamenti di ostriche a Pompei. Negli anni e' riuscita ad avere numeri
importanti tanto da essere esportata anche nella stessa Francia che poi ne ha
fatto un vanto nazionale e di fatto ha colonizzato il mercato.
I numeri delle ostriche in Italia. Oggi la produzione italiana di ostriche e' di 500 tonnellate
all'anno (erano appena 33 nel 2015), compresa la grossa fetta di produttori che
fanno ri-immersione dall'estero, ovvero acquistano da Francia, Portogallo e
Spagna e poi finiscono il processo in Italia. Numeri bassi rispetto ai cugini
d'Oltralpe ne producono circa 85mila tonnellate mentre 10 anni fa erano
100mila.
Ma quella italiana e' una crescita importante che va sostenuta. Ed
e' quanto conta di fare il festival di La Spezia dove sostenibilità, gusto e
accessibilità sono le parole chiave della manifestazione che ha in programma
eventi per approfondire, conoscere e degustare.
All'Oyster Fest partecipano solo gli ostricoltori che allevano
ostriche da seme. Facendo una stima si tratta di meno della metà della
produzione complessiva italiana, quasi 180 tonnellate delle quali 10 tonnellate
circa alla Spezia, il resto tra Sardegna, Puglia, Emilia Romagna e Veneto. L'
obiettivo dell'evento spezzino e' fare conoscere le produzioni da seme perche'
sono quelle che garantiscono un prodotto unico in base al terroir marino di
produzione.
Tradizione e tutela dell'ambiente: le ostriche catturano Co2. A Calata Paita si rivivrà l'atmosfera che ha caratterizzato la
cucina italiana legata all'ostrica che prevedeva anche la minestra e non
soltanto la degustazione a crudo. Si conoscerà l'ostrica made in Italy, e si
capirà il valore ambientale della produzione. Una ricerca del gruppo di
Ecologia del Dipartimento di Scienze dell'Ambiente e della Prevenzione
dell'Università di Ferrara ha dimostrato la capacità di catturare Co2 che hanno
questi molluschi bivalvi tanto che un chilogrammo di ostriche, ovvero 10-12
pezzi, e' in grado di sottrarre all'ambiente 275,8 grammi di anidride carbonica.
Nel 2020 nel mondo sono state prodotte circa 6 milioni di tonnellate di
ostriche,quindi sono sono state abbattute 1,7 milioni di tonnellate di Co2.
A La Spezia l'intera produzione italiana. A La Spezia saranno presenti tutte le aziende produttrici in
Italia e un ospite francese. Oltre alla Liguria, sono rappresentate Sardegna,
Puglia, Veneto, Emilia-Romagna, le uniche 5 regioni dove viene effettuato
l'allevamento. Le aziende sono le cooperative Cooperativa S.Antonio (Goro -
Fe), Compagnia Ostricola Mediterranea (San Teodoro – Ss), La perla del delta
(Taglio di Po - Ro) Cooperativa Varano La Fenice (Cagnano Varano - Fg), Aquatec
(Venezia Mestre), Moromar (Olbia - Ss), Il Faro (Olbia – ss), Cooperativa
Mitilicoltori Associati - Ostriche della Spezia (La Spezia), Cooperativa
Mitilicoltori Associati Muscoli della Spezia (La Spezia) e Oyster Oasis Ostrica
di San Michele (Gargano - Foggia). Oltre a Marinove (L'Epine – Francia).