SANA, MARETTI: BIOLOGICO DETERMINANTE PER LA COOPERAZIONE. I DATI DEL SETTORE
NotizieLegacoop Agroalimentare al Sana: biologico segmento determinante per la cooperazione
Cristian Maretti
(presidente Legacoop Agroalimentare): "Il
biologico e' un modo di fare agricoltura che fa parte del dna della
cooperazione, sempre attenta al rispetto della natura, alla sostenibilità a
alla biodiversità. Siamo da sempre in prima linea per la tutela dell'ambiente.
A marzo parteciperemo al Foodex di Tokyo con il supporto di Ice"
ROMA, 21 febbraio 2025 - Il
biologico e' un segmento determinante per la cooperazione agroalimentare. Lo dimostra la partecipazione di Legacoop Agroalimentare
al Sana, Salone internazionale del biologico e del naturale (Bologna Fiere
23-25 febbraio), dove saranno presenti le cooperative associate e dove il
presidente Cristian Maretti interverrà al seminario convegno "Una Ocm
per il comparto biologico" organizzato da Anaprobio, in programma il 24
febbraio (ore 14,30 Pad 18 Sala Lab Academy).
Come
sottolinea Maretti "il settore bio rappresenta una importante realtà per le
nostre cooperative che riescono a imporsi sui mercati, anche quelli stranieri,
con prodotti di eccellenza. Il biologico e' un modo di fare agricoltura che fa
parte del dna della cooperazione, sempre attenta al rispetto della natura, alla
sostenibilità a alla biodiversità. Siamo da sempre in prima linea per la tutela
dell'ambiente".
L'importanza del biologico per
Legacoop Agroalimentare e' testimoniata anche dalla partecipazione a Foodex
(Tokyo 11-14 marzo), la più storica e importante
fiera internazionale di Food&Beverage in Asia, giunta quest'anno alla
50esima edizione. Presente con Legacoop e Legacoop Emilia Romagna, e
alcune cooperative rappresentative del food made in Italy (Consorzio Il
Biologico, Conapi, Terre Cevico, Granterre e Alce Nero), Legacoop
Agroalimentare ha anche organizzato un side-event seminario e showcooking
dedicato a biologico e Dieta Mediterranea che si terrà il 12 marzo con il
supporto e il co-finanziamento di Ice.
La
cooperazione e il biologico. Da una
recente indagine di Ismea e Rete Rurale Nazionale, pubblicata sul sito della
stessa Rete Rurale, risulta che le cooperative del settore agroalimentare
italiano rappresentate da Legacoop Agroalimentare, Agci Agrital e
Confcooperative Fedagripesca sono circa 5.100, con un fatturato di circa 45
miliardi di euro nel 2023. Le cooperative con certificazione biologica sono
oltre 1.900. Emerge pertanto una forte propensione delle cooperative
agricole verso la produzione certificata con metodo biologico. L'85% delle
coop bio svolge attività di trasformazione e di commercializzazione dei
prodotti dei soci.
I
prodotti più venduti: il vino. Per quanto
riguarda la commercializzazione dei prodotti agricoli, quelli più diffusi sono
gli ortofrutticoli che interessano il 38,8% delle cooperative rispondenti,
seguono i seminativi (13,4%) e i lattiero-caseari (11,9%). Tuttavia, se si
considera la commercializzazione dei soli prodotti trasformati, il prodotto
agroalimentare più venduto risulta essere il vino (29,2%) seguito dai derivati
dell'ortofrutta e dagli oli vegetali che valgono rispettivamente il 20,8% e il
18,8%.
Fatturato
in crescita: +100% in dieci anni. In
termini di fatturato 2023, il 53,6% delle cooperative ha visto un aumento su
base annua. Da un confronto con i dati di bilancio riferiti al 2013 emerge che
il 75% delle cooperative ha visto un aumento del proprio fatturato, in alcuni
casi (per la metà delle cooperative) pari o superiore al 100%.
Non
solo Italia, l'importanza dell'export. Sul
fronte delle esportazioni, il 46,7% delle cooperative effettua anche vendite di
prodotti biologici al di fuori dei confini nazionali. Il 52,6% delle
cooperative effettua il 75% delle vendite nell'Ue che rimane il principale
mercato di sbocco. Per il mercato extra UE, le cooperative esportano per il
30,4% in Svizzera, seguita da Regno Unito (21,7%), Stati Uniti (21,7%) e
Giappone (17,4%). Altri mercati rilevanti sono la Cina e gli Emirati Arabi
(4,3%).
Il
peso della cooperazione. Le cooperative
biologiche svolgono un ruolo rilevante nell'ambito delle politiche europee di
aggregazione della componente agricola delle filiere agroalimentari,
considerando che il 40,0% aderisce ad un'Organizzazione di Produttori
riconosciuta.