OSTRICHE, LEGACOOP AGROALIMENTARE E AGCI: ADEGUARE L'IVA AGLI ALTRI COMPETITOR UE E FAVORIRE I CONSUMI PER DARE UNA ALTERNATIVA AI PESCATORI
Pesca e acquacoltura"Favorire il consumo di ostriche è un modo per dare una alternativa ai pescatori messi a rischio dal granchio blu"
Legacoop
Agroalimentare
e Agci Pesca e Acquacoltura: "L'adeguamento dell'Iva sulla produzione
alle aliquote di altri Stati Ue nostri concorrenti come Francia e Spagna e' una
richiesta che abbiamo avanzato da tempo. Bene la proposta del ministro Francesco
Lollobrigida: le ostriche non sono un lusso"
Quella della riduzione
dell'Iva e' "una proposta che abbiamo avanzato con tutti i gruppi parlamentari
perche' ci sono famiglie di pescatori da tutelare, economie di intere marinerie
da difendere. L'ostrica non deve essere relegata a
prodotto di lusso in quanto da noi e' frutto del lavoro e della sapienza di
secoli di tradizione. Alla base dell'ostricoltura non ci sono i luoghi
comuni che vanno tanto di moda sui social, ma grandi esperienze di ricerca, di
sperimentazione, di tecniche produttive in contesti ambientalmente straordinari. Si fa molto presto a fare ironia su una
dichiarazione di un ministro, ma bisognerebbe sforzarsi di comprendere che in
questo momento ci sono migliaia di persone che sono a rischio nelle loro
attività economiche per colpa di un invasore alieno, il granchio blu, e che e'
un dovere poter cercare delle alternative".
Le ostriche non sono un
lusso. "Nell'immaginario
collettivo sono associate al lusso, alla Francia dove si lega allo Champagne,
ma non sono e non devono essere un prodotto di lusso. E per questo e' importante
favorire consumo per il rilancio dell'ostrica italiana".
Grande valore
di sostenibilità: le ostriche eliminano la Co2. Secondo una ricerca dell'Università di Ferrara, allevare
ostriche, oltre che cozze e vongole, e' un modo virtuoso per eliminare la Co2
dall'ambiente: un chilogrammo di ostriche e' in grado di sottrarre all'ambiente
275,8 grammi di anidride carbonica e con l'attuale produzione annua italiana e
mondiale, si arriva ad un abbattimento di 2 milioni di tonnellate di anidride
carbonica. "Con le sue caratteristiche di unicità e per le sue peculiarità che
ne fanno un prodotto sostenibile e alleato dell'ambiente", spiegano le due
associazioni.
Le ostriche,
una storia italiana. La coltivazione delle
ostriche ha una storia che parte da lontano, già dal tempo dei Romani. Nel 79
d.C. Plinio il Vecchio parla di allevamenti di ostriche a Pompei. Negli anni e'
riuscita ad avere numeri importanti tanto da essere esportata anche nella
stessa Francia che poi ne ha fatto un vanto nazionale e di fatto ha colonizzato
il mercato.
I numeri delle ostriche
in Italia. Secondo dati recenti, oggi la produzione italiana di
ostriche e' di circa 500 tonnellate all'anno (erano appena 33 nel 2015),
compresa la grossa fetta di produttori che fanno ri-immersione dall'estero,
ovvero acquistano da Francia, Portogallo e Spagna e poi finiscono il processo
in Italia. Numeri bassi rispetto ai cugini d'Oltralpe ne producono circa 85mila
tonnellate mentre 10 anni fa erano 100mila. Inoltre ci sono gli ostricoltori
che allevano ostriche da seme. Facendo una stima si tratta di meno della metà
della produzione complessiva italiana, quasi 180 tonnellate delle quali 10
tonnellate circa alla Spezia, il resto tra Sardegna, Puglia, Emilia Romagna e
Veneto. Si tratta di un settore con una crescita importante che va sostenuta. E
quindi ecco richiesta di abbassamento dell'Iva per favorire i consumi.