AGRICOLTURA, LA COOPERAZIONE AGROALIMENTARE PRESENTA UN DOCUMENTO CONGIUNTO DI PROPOSTE PER LA NUOVA PAC

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17 giugno 2010

Roma, 17 giugno 2010 – È tempo di riflessione e di dibattiti in Europa sull’assetto della nuova politica comune per l’agricoltura. L’appello che arriva dalle organizzazioni cooperative italiane è che si operi nel segno della discontinuità, dal momento che “l’attuale politica è prevalentemente rivolta al passato e fornisce il proprio sostegno agli agricoltori non sulla base di progetti o comportamenti futuri, ma in virtù di status acquisiti, quali la proprietà, l’uso della terra o la titolarità dell’azienda”.

Quale dovrà essere allora il nuovo assetto della PAC post 2013? Le tre organizzazioni cooperative Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e AGCI-Agrital lo hanno messo nero su bianco in un documento congiunto siglato oggi nel corso di una riunione dei Consigli Nazionali congiunti e che verrà a giorni presentato al Ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan. “La PAC post 2013 – si legge nel documento – dovrà innovare e migliorare il quadro degli obiettivi e degli strumenti, puntando ad un maggior legame tra contribuzione pubblica e ruolo del settore primario in funzione delle nuove istanze politiche e sociali, ma anche della necessità di rendere l’agricoltura europea maggiormente competitiva rispetto alle agricolture mondiali”.

Ciò che le tre centrali cooperative italiane auspicano è in primo luogo che la nuova PAC non veda ridimensionarsi il bilancio agricolo e che siano scongiurati possibili scenari di ri-nazionalizzazione con conseguenti differenze nei livelli di cofinanziamento fra gli Stati membri.

Gli obiettivi cui la nuova PAC dovrà tendere - si legge nella proposta - sono:

-        il rafforzamento della posizione competitiva degli agricoltori nella catena alimentare, attraverso lo sviluppo di misure di orientamento al mercato, la valorizzazione delle Organizzazioni di produttori (OP) e una maggiore concentrazione dell’offerta;

-        l’individuazione di strumenti in grado di favorire il corretto funzionamento dei mercati in un quadro internazionale e di governare la crescente volatilità dei prezzi delle produzioni agricole attraverso misure che garantiscano equità tra Stati membri e tra comparti produttivi;

-        il sostegno a processi di semplificazione burocratica degli schemi d’intervento attualmente vigenti;

-        l’incremento della compatibilità internazionale della PAC in ambito WTO, con l’obiettivo di una maggiore diffusione del principio di reciprocità e dell’individuazione di adeguate forme di tutela dei produttori europei;

-        la garanzia di una coerenza programmatica e di azione con le altre politiche europee.

Le tre Organizzazioni cooperative auspicano inoltre il superamento della logica della divisione della PAC in due pilastri, nell’ottica di valorizzare tutte le “esternalità positive” (ovvero i beni e i servizi pubblici prodotti dall’agricoltura) e di rilanciare la competitività dei sistemi agricoli e alimentari dell’UE.

Esse hanno infine ribadito la necessità che venga affrontata e risolta la questione dello sviluppo delle aree rurali: “la politica di sviluppo rurale – queste le considerazioni espresse nel documento – va riconsiderata e adeguata nell’ottica di una politica per i sistemi agricoli e alimentari dell’UE, prendendo atto della scarsa riuscita del tentativo di conciliare in un’unica politica obiettivi settoriali e territoriali”.

Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital hanno infine espresso grande preoccupazione per la situazione di crisi nella quale versano i comparti dell’ortofrutta, del latte, dell’olio d’oliva e dei cereali, con la preoccupante flessione dei redditi agricoli e del valore della produzione agricola e hanno esortato le istituzioni comunitarie ad integrare, nelle proposte attese entro la fine dell’anno per il settore latte, delle misure straordinarie estese ad altri comparti volte ad attenuare l’impatto della crisi.

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Le tre Organizzazioni cooperative associano circa 5.100 cooperative attive, oltre 720.000 produttori, un fatturato di 32 miliardi di euro ed un’occupazione coinvolta di circa 90.000 unità e generano sistemi di filiera “leader” in molti comparti (ortofrutta, vino, latte, etc.).




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