Cantina Coop del Vulture: qualità; fa rima con rigore

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21 giugno 2010

Anche il mercato del vino, compreso quello di assoluta qualità, non è che stia attraversando un buon momento. Si risente molto degli effetti negativi della crisi economica in atto nel Paese e in Europa. Nel Vulture, area lucana da sempre ritenuta la ‘capitale” dell’enologia lucana, non è fuori da questa stessa situazione. E pure ci sono aziende del nord Basilicata che riescono a muoversi bene sul piano commerciale, di certo anche per il fatto che riescono a garantire produzioni di tutti pregio.
Quelle di cui i consumatori non riescono a fare a meno, assoggettandosi a spendere qualche euro in più. Roba da autentici intenditori. Come i vini prodotti dalla Cantina del Vulture di Rionero con la gestione cooperativa esperta e collaudata, visto che è in attività da circa mezzo secolo. quando i vini del Vulture erano degli illustri sconosciuti fuori dai confini regionali. Nei giorni scorsi, la Cantina del Vulture ha tenuto la sua assemblea annuale dei soci (in tutto, 43 e tutti di Rionero, Ripacandida e Melfi) per l’approvazione del bilancio 2009. Dopo la reazione del presidente Michele Caputo, c’è stato il voto favorevole a larghissima maggioranza. Un voto scontato, non fosse altro perché nonostante si sia dovuto applicare un sistema di contenimento delle spese di gestione per 105 mila euro, ci sono stati non solo il pareggio dei conti in entrata e in uscita (pari a 500 mila euro),ma anche una sostanziale crescita della produzione con la costante attenzione per il mantenimento dei livelli di qualità dei vini. Si sono imbottigliati oltre duemila e 300 quintali di vino (per lo più, Aglianico Docg), frutto della lavorazione di oltre 3 mila quintali di uve conferite direttamente dagli stessi soci, trai più noti e apprezzati vignaioli dell’area del Vulture.
La stessa assemblea della società cooperativa ha confermato piena fiducia nel sistema di gestione attuato dal presidente “storico”Michele Caputo e dal suo vice Michele Ferrara, oltre che dall’intero CdA costituito da Savino Grieco, Francesco Caputo,Michele Santarsieri,Donato Summa e Antonio Ramunrio. “Per la nostra azienda cooperativa - dice il presidente Caputo - vanno bene. anche perché la gestione era e resta rigorosa e accorta. I nostri soci hanno puntualmente quanto loro spettante per il conferimento delle uve strettamente selezionate.Anche per questo i nostri vini continuano ad avere un mercato di tutto riguardo”. Tutto a gonfie vele? “La Cantina del Vulture si difende bene e i nostri clienti sono entusiasti e fedeli. Potrebbe andare meglio se le istituzioni sostenessero il settore vinicolo non a livello finanziario, visto che possiamo gestirci al meglio, ma a livello di sostegno all’informazione e alla pubblicità dei nostri vini che non temono concorrenza a livello nazionale ed estero. E poi si dovrebbero snellire le tantissime e costose, per tasse insostenibili, procedure burocratiche”, conclude Michele Caputo.




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