Pesca: Alleanza Cooperative; appello a Bellanova per tutelare lavoro e produzioni nel Canale di Otranto
Pesca e acquacoltura
Pesca: Alleanza
Cooperative; appello a Bellanova per tutelare lavoro e produzioni nel Canale di
Otranto
Gli operatori
dicono no all'Area Marina Protetta in una delle zone più pescose del
Mediterraneo
Roma, 21 febbraio 2020 - "Il Canale di Otranto, una
delle aree più pescose del Mar Mediterraneo, non può essere chiuso alla pesca
professionale. Chiediamo il sostegno della ministra Bellanova per scongiurare
la costituzione di una Area Marina Protetta che metterebbe a rischio migliaia
di posti di lavoro e sarebbe un ennesimo colpo alla produzione ittica
nazionale, già messa a dura prova dall'import". Così l'Alleanza delle
Cooperative pesca in merito alla proposta avanzata da una piccola parte del
mondo ambientalista alla Commissione Generale per la Pesca del Mediterraneo
(CGPM) della FAO, per istituire una "zona di restrizione della pesca" nel
Canale di Otranto, nell'area che separa la Puglia dall'Albania.
"I pescatori italiani - prosegue l'Alleanza - sono i primi a
voler salvaguardare il buono stato della fauna marina, perche' da questo dipende
il proprio lavoro e il proprio futuro. Ma come raggiungere questo obiettivo e'
una decisione che deve essere presa su basi scientifiche certe e attraverso un
percorso condiviso che coinvolga la categoria, diversamente da quanto accaduto
in altre aree. L'istituzione di una area protetta non e' l'unica strada per
tutelare le risorse". L'Alleanza lamenta l'assenza, se non a livello locale e
con singoli operatori, di un confronto partecipativo con i diversi soggetti
interessati, come prescritto dai protocolli per la presentazione delle proposte
di aree di protezione alla Cgpm. Per questo l'Alleanza chiede che queste
proposte siano preliminarmente presentate e discusse in ambiti che assicurino
una partecipazione consapevole, responsabile e realmente rappresentativa degli
interessi coinvolti; il MEDAC (Consiglio Consultivo del Mediterraneo),
organismo di emanazione europea che rappresenta la produzione e l'ambiente, può
senz'altro essere uno dei luoghi in cui esercitare il confronto, sempre che lo
vogliano veramente coloro che oggi strombazzano cartelli di sigle che tutto
sono tranne che organizzazioni effettivamente rappresentative di pescatori. Lo
stesso Medac ha formulato solo nel 2019 un parere favorevole per un'altra
"fishery restricted area" proposta dall'Università di Bari e che e'
attualmente in via di istituzione poche miglia più a nord di Otranto, a riprova
che quando la categoria e' coinvolta, e gli impatti valutati correttamente, i
pescatori partecipano attivamente alle iniziative di protezione dell'ambiente
marino.