ZOOTECNIA - ALLEANZA COOPERATIVE - A RISCHIO NELLA UE LE PRODUZIONI DI CARNI SUINE E AVICOLE
ZootecnicoGraziano Salsi, Coordinatore del Settore Zootecnico di Alleanza Cooperative: "Le norme della Commissione Europea rischiano di mettere in ginocchio il settore. Oltre ad aumentare i prezzi per il consumatore e le importazioni da Paesi extra Ue"
Roma, 19 maggio 2023 - "Tempi più graduali, sostegno economico, tecnologie per la transizione green". E' quanto chiede Graziano Salsi, Coordinatore del Settore Zootecnico di Alleanza Cooperative, al termine della riunione di Coordinamento con le cooperative associate, per far sì che "il settore zootecnico non subisca pesanti perdite economiche per adeguarsi alle nuove normative della Commissione Europea previste per raggiungere gli ambiziosi obiettivi fissati dall'Europa".
In particolare il
riferimento e' alla nuova Direttiva sulle emissioni
industriali, alla nuova legislazione sul benessere animale che dovrebbe essere
varata il prossimo autunno dalla Commissione e il tema dell'"End of Cage Age" che prevede in un
prossimo futuro il divieto di gabbie
sui settori dei suini e delle galline ovaiole.
Maggiori costi per
adeguarsi.
"Il divieto dell'uso delle gabbie per il settore suinicolo richiederà
alle imprese UE per adeguarsi alle nuove regole notevoli investimenti, stimati
in 3,2 miliardi, con un deterioramento dell'efficienza produttiva che
ammonterebbe fino al 23,6%", continua Salsi. E anche "il settore avicolo avrà
impatti significativi e saranno necessari ingenti investimenti quando sarà definita la nuova normativa sul benessere animale. Per quanto riguarda il "fine gabbia"
si stimano costi tra i 2,1 e i 3,5 miliardi di euro a fronte di una
diminuzione del numero di galline ovaiole stimata tra 330 e 379 milioni".
Aumento dei prezzi
al consumo.
Come spiega Salsi, "e' stato stimato che alcune indicazioni EFSA, in merito al
parere scientifico sul benessere dei polli da carne che raccomandano una
riduzione della densità di allevamento dei polli, comporterebbero una diminuzione
del 72% dei capi allevati. E una conseguente perdita analoga di carne di
pollo disponibile. Conseguenza di questo, un inevitabile notevole aumento
del prezzo della carne avicola per i consumatori finali. Tanto da escludere
intere fasce di popolazione dall'accesso alle proteine nobili della carne di
pollo".
Più polli e maiali
da fuori Europa.
I cali di produzione nei settori suinicolo e avicolo avrebbero come effetto
quello di "un forte impatto sulla bilancia commerciale dell'UE, assisteremmo ad
un forte aumento delle importazioni, ad un devastante riduzione del
reddito degli allevatori: e' stimato - 37,8% per gli allevatori del settore
suino se si abolissero, ad oggi le gabbie".
Misure non
fondamentali per ridurre l'impatto degli allevamenti. Se le
disposizioni Ue si guardano dal punto di vista ambientale, l'abolizione delle
gabbie avrebbe uno scarso impatto sulla riduzione del riscaldamento globale in
quanto la diminuzione della produzione in UE sarebbe compensata dall'aumento
di produzione nei Paesi terzi. E' quanto rilevano studi sulla valutazione di
impatto commissionati dal Copa Cogeca a tre Istituti, uno tedesco, uno polacco
e uno ungherese.
"Siamo disponibili
a ragionare sui giusti temi del benessere animale", conclude Salsi. "Ma con un
dovuto equilibrio per scongiurare che il conseguente calo produttivo
prospettato dagli studi metta in crisi intere filiere a partire da quelle delle
DOP, che sono state in grado di conferire reddito agli agricoltori. E al
territorio, contribuendo alla grande crescita dell'export italiano nel mondo.
Gli obiettivi della sicurezza alimentare rischiano di essere messi a rischio
dalla riduzione produttiva che verrà indotta da norme troppo restrittive".